Inizia oggi, 22 giugno, la quindicesima edizione del Social World Film Festival: un’edizione che non si limita a celebrare il cinema, ma lo abbraccia, lo esplora, lo reinventa. Fino al 29 giugno, Vico Equense torna a essere il cuore pulsante di una comunità visiva che parla più lingue e racconta più mondi.
Diretta dal regista Giuseppe Alessio Nuzzo, questa edizione è dedicata ad Alida Valli, attrice dalla bellezza inquieta e dalla carriera inafferrabile, a cui verrà reso omaggio con una retrospettiva curata da Rai Teche e una mostra fotografica realizzata insieme alla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Un atto d’amore per il cinema di ieri che dialoga con quello di domani.
Sono 97 i film selezionati, provenienti da 30 Paesi, distribuiti in nove sezioni tra competitive e non. Un mosaico di storie, sguardi, tentativi di dare forma al reale. Intorno, una galassia di appuntamenti: masterclass, incontri con registi e interpreti, workshop di scrittura e regia, sessioni di pitching per progetti in sviluppo, percorsi formativi pensati per le nuove generazioni. Non si tratta solo di proiettare film, ma di costruire percorsi, attivare connessioni, offrire occasioni concrete a chi il cinema lo sogna e lo fa.
Il festival non smette di investire sull’innovazione, mescolando linguaggi, sperimentando formati, scommettendo sulla contaminazione. Ci sono esperienze immersive in realtà virtuale 3D a 360°, un mercato del cinema indipendente con attenzione agli under 35, una rete di 40 eventi internazionali che portano il cinema sociale in luoghi e contesti differenti. Una piattaforma in movimento, che da Vico Equense si espande per cercare e farsi cercare.
In programma oltre 20.000 minuti di contenuti tra presenza e digitale: focus tematici, dibattiti live, visioni incrociate. Il Social World Film Festival si conferma uno spazio fluido, aperto, dove il cinema è ancora capace di interrogare, disturbare, commuovere.
“Ci sono luoghi dove il cinema non è solo immagine – dice Nuzzo – ma respiro condiviso. Dove lo sguardo dell’altro diventa specchio, e le storie, anche le più fragili, le più scomode, trovano finalmente il coraggio di farsi sentire. Quindici edizioni dopo, non celebriamo solo la longevità di un festival, ma la sua capacità di resistere, di rinnovarsi, di farsi interprete del nostro tempo”.
Una riflessione che trova eco nelle parole del sindaco Giuseppe Aiello, che parla di emozione, orgoglio, e di un legame profondo tra il festival e la città: “Il fatto che venga presentato anche a Cannes, capitale mondiale del cinema e dell’arte, conferma la qualità e la rilevanza di un evento che sentiamo profondamente nostro”.
A Vico Equense non va in scena solo un festival. Va in scena una comunità che si racconta, che si cerca, che continua a credere che un fotogramma possa ancora cambiare qualcosa.


