Ci sono persone che arrivano al momento sbagliato.
Ci parlano troppo tardi, o troppo presto.
Entrano nella nostra vita come certe canzoni che sentiamo una volta sola per caso, e poi non riusciamo più a ritrovare.
Restano nella memoria, ma non nel presente.
Sono quegli amori che non si consumano.
Che si sfiorano appena.
Che si portano dietro l’odore del “se solo”.
Se solo fossimo stati liberi.
Se solo avessimo avuto coraggio.
Se solo ci fossimo detti tutto, anche quello che faceva paura.
E allora ci restano addosso come sogni che non vogliono svegliarsi.
Li ritroviamo in certe canzoni, in un numero sul telefono che non chiamiamo più.
O, a volte, in un film.
Quei film che raccontano l’impossibile con leggerezza.
Che ci aiutano a sentire senza giudicare.
A piangere un po’, sorridere un po’, e poi lasciar andare.
E se oggi è uno di quei sabati pieni di pensieri che non si fermano,
allora il mio consiglio è semplice: prenditi un’ora.
Solo per te.
Accendi uno di questi:
Serendipity
Si incontrano per caso a New York litigando per un paio di guanti.
Poi lasciano che sia il destino a decidere se sono fatti per amarsi.
La casa sul lago del tempo
Lei vive nel 2006, lui nel 2004.
Ma si scambiano lettere da una stessa casa sul lago. E si aspettano.
Se solo fosse vero
Lui affitta un appartamento abitato da un’ombra: una giovane donna, sospesa.
E inizia a parlarle. A conoscerla. A crederle.
Tre storie dolci, assurde, necessarie.
Tre modi per credere ancora, anche solo per un’ora,
che l’amore non sempre deve spiegarsi.
A volte basta sentirlo.
Anche se è un “quasi”.


