L’estate 2025 di Sorrento sarà ricordata per i segni di Joan Miró che abiteranno le sale di Villa Fiorentino fino al 12 ottobre. “L’incanto dei segni” il titolo della mostra, è una promessa mantenuta: quella di trasformare ogni visitatore in complice di una rivoluzione silenziosa.
Il maestro catalano ha scelto la costiera per raccontarsi attraverso le sue opere su carta più rappresentative. Incisioni, litografie, tecniche miste che sembrano nascere dalla stessa libertà espressiva che permea l’aria di questa città sospesa tra cielo e mare.
Nelle sale di Villa Fiorentino, Miró dialoga con se stesso attraverso opere che coprono decenni di ricerca. “Les pénalités de l’enfer ou Les nouvelles-hébrides” convive con l’elegante “Lapidari”, mentre la satirica “Ubu Roi” fa eco alle “Peintures sur cartons” in un crescendo di colori e forme che definirebbe infantile solo chi non ha mai osservato davvero un bambino disegnare.
Ma è nelle opere più poetiche che l’artista rivela la sua natura profonda. “Le Lézard aux plumes d’or”, “Le Marteau sans maître”, “Quelques Fleurs pour des amis”: titoli che suonano come versi di una poesia mai scritta, immagini che parlano la lingua universale dell’emozione pura.
Miró reinventa il mondo e in questo processo di continua metamorfosi, Sorrento diventa il paesaggio ideale per accogliere la sua visione. Perché anche questa città vive di trasformazioni continue: il limone che diventa profumo, il mare che si fa colore, la roccia che diventa architettura.
La mostra, curata da Francesca Bogliolo, è pensata per chi vuole vedere. Per chi comprende che l’arte grafica di Miró non è un ripiego rispetto alla pittura, ma un linguaggio autonomo, capace di rivelare aspetti dell’immaginario che nessun’altra tecnica può catturare.
Dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 22, tutti i giorni compresi i festivi, Villa Fiorentino apre le sue porte a chi cerca qualcosa di più di una semplice visita culturale. Perché incontrare Miró significa accettare di mettere in discussione le proprie certezze visive, di riscoprire quella capacità di stupirsi che l’età adulta troppo spesso seppellisce.
Gli eventi collaterali – degustazioni, laboratori, serate a tema – completano un’esperienza che vuole essere totale. Non solo arte, ma arte che si fa vita, che contamina il quotidiano, che trasforma anche il più distratto dei turisti in un osservatore consapevole.
Fino al 12 ottobre, Sorrento offre questa possibilità rara: entrare nell’universo di chi ha saputo trasformare i segni in incanto. E forse, uscendo da Villa Fiorentino, scopriremo di aver imparato a vedere diversamente anche gli aranci che costeggiano la strada del ritorno.


