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Il Festival che sta portando il deserto del Sahara a Firenze

Dal 23 al 25 luglio, Firenze farà qualcosa di straordinario: porterà il deserto del Sahara nel cuore del Rinascimento. Non è una metafora, è il Festival au Désert che celebra la sua 16ª edizione, trasformando la città toscana in un crocevia di culture musicali che probabilmente non conoscevate.

Il festival nasce nel 2010 dalla collaborazione tra il Festival au Désert del Mali e Fabbrica Europa, con un obiettivo preciso: creare un dialogo interculturale attraverso la musica. Non si tratta di folklore o di operazioni nostalgiche, ma di qualcosa di molto più interessante: un incontro tra sonorità del Sahel, del Nord Africa, del Mediterraneo e del Medio Oriente che parla direttamente al presente.

Quest’anno arriveranno artisti da Algeria, Marocco, India e Mali. Nomi che forse non conoscete ma che rappresentano una scena musicale viva e in continua evoluzione. È musica che racconta migrazioni, incontri, contaminazioni. Storie che attraversano deserti e mare per arrivare fino a noi.

Le location scelte non sono casuali. Il Chiostro di Santa Maria Novella e il Parco delle Cascine rappresentano due anime diverse della città. Il primo, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, nel cuore del centro storico. Il secondo, raggiungibile con la tramvia T1, più periferico ma immerso nel verde. Due spazi che dialogano con la musica in modo diverso, creando atmosfere uniche.

Ma è proprio questo contrasto che rende il festival speciale. Immaginatevi le sonorità ipnotiche del deserto che risuonano tra le pietre del Rinascimento, o i ritmi ancestrali che si diffondono tra gli alberi delle Cascine mentre il sole tramonta sull’Arno. È un’esperienza che cambia la percezione di cosa possa essere un festival musicale.

Il Festival au Désert non è solo un evento, è un ponte. Tra culture che spesso percepiamo come lontane e incomprensibili. Tra tradizioni millenarie e contemporaneità. Tra il nostro immaginario dell’Africa e la sua realtà complessa e sfaccettata.

Questo festival dimostra che la musica può ancora essere un linguaggio universale. Perché ascoltare queste sonorità significa anche capire meglio il mondo in cui viviamo.

Firenze, città che ha sempre saputo essere crocevia di culture e idee, torna a fare quello che sa fare meglio: accogliere il diverso e trasformarlo in bellezza. Il deserto del Sahara per tre giorni diventerà fiorentino, e Firenze diventerà un po’ africana.

È questo il miracolo della musica: riuscire a far sentire a casa ovunque, anche a migliaia di chilometri dal proprio deserto.

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