Fastobal scrive al femminile: perché il maschile non è l’unica voce possibile.

Pink Floyd: mezzo secolo di assenza struggente

Il 7 maggio su Rai5 il doc “The Story Of Wish You Were Here”: la verità su Syd Barrett e il disco che ha segnato la storia del rock

Era il 12 settembre 1975 quando i Pink Floyd pubblicavano Wish You Were Here, concept-album dalla bellezza cupa e dolorosa. Cinquant’anni dopo, quella musica parla ancora di un’assenza impossibile da colmare. Rai5 celebra l’anniversario con il documentario The Story Of Wish You Were Here, in onda mercoledì 7 maggio alle 23:05 (poi disponibile su RaiPlay). Un viaggio nel cuore spezzato di una band, ma anche nel mistero di Syd Barrett, il genio fragile che li aveva messi insieme – e poi li aveva lasciati soli.

La leggenda vuole che il 5 giugno 1975 Syd si sia presentato negli studi di Abbey Road. Irriconoscibile. Calvo, ingrassato, lo sguardo spento. I suoi ex compagni stavano registrando Shine On You Crazy Diamond, l’omaggio struggente proprio a lui. Nessuno l’aveva riconosciuto. “Era come un fantasma”, racconterà Nick Mason. Da quel momento, l’assenza di Barrett non fu più solo metaforica.

Dopo il boom mondiale di The Dark Side Of The Moon (1973), i Floyd erano spaesati. Vittime di un successo commerciale che li stava trasformando in ciò che più detestavano. Wish You Were Here nasce così: come un grido in musica contro l’industria, ma soprattutto come un requiem per l’amico perduto. Non morto, ma lontano. Inavvicinabile. Sparito nei meandri della psiche e della LSD.

Il documentario ripercorre la genesi tormentata del disco: il gelo in studio, la fatica creativa, la necessità di capire se valesse ancora la pena restare insieme. Waters scrive il cuore del brano che darà il titolo all’album, Gilmour lo accompagna. “Un’esperienza sincera di tristezza”, dirà Waters. E quell’interrogativo – wish you were here – è rivolto a Barrett, ma anche a sé stessi. A ciò che erano, prima che tutto si rompesse.

L’altro pugno nello stomaco è Have A Cigar, satira amara sul mondo musicale, cantata da Roy Harper perché nessuno dei Floyd ci riusciva. Troppo cinismo per digerirlo. Troppo vero.

Con una copertina iconica – due uomini d’affari si stringono la mano, mentre uno prende fuoco – Wish You Were Here venderà 19 milioni di copie. Ma resta, soprattutto, un disco che brucia di malinconia. “Un album di dolore, rabbia e amore. Ma soprattutto amore”, diceva Waters. Barrett morirà nel 2006, solo, a 60 anni. Ma nei solchi di quel vinile – e in questo documentario imperdibile – continua a brillare. Crazy diamond, per sempre.

 

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