Camicia bianca, carezza d’estate

La camicia bianca non ha bisogno di niente, ti salva e basta.
È un capo che non cambia con la moda, ma con te.
Più la indossi, più sa di te.
Più la lavi, più ti somiglia.
E quando sei stanca, quando hai sbagliato look, o vita, o amore — lei è lì.
Pronta a coprirti.
O a lasciarti scoperta, ma con grazia.
Come fanno solo le cose che ti vogliono davvero bene.

Non chiede attenzione. Non vuole essere protagonista.
È quella cosa che scegli quando non hai voglia di scegliere.
Quando vuoi sentirti bella ma senza sforzo.
Quando il corpo cambia, l’umore scivola, il giorno non sai ancora come sarà.

E allora eccola. La camicia bianca.
Annodata, oversize, lasciata aperta come un respiro.
Tre modi, nessuna regola. Solo libertà.

C’è qualcosa di istintivo in quella piega fatta al volo. Chiudi solo i primi bottoni, poi stringi i lembi e fai un nodo. E tutto cambia. Non sei più solo vestita: sei pronta. Per uscire, per ballare, per tornare a casa con la pelle calda e i piedi sporchi. Sta bene su tutto: jeans, gonne, gambe nude. Ma soprattutto: sta bene su di te, così come sei.
Troppo grande per essere ordinata, troppo comoda per non provarla.
La infili addosso e all’improvviso sei libera.
È un vestito? È un rifugio? È un modo per non dover dire nulla?
Puoi stringerla con una cintura o lasciarla andare.
Non ha bisogno di definizioni.
Come certe giornate d’estate: lente, silenziose, perfette anche quando non succede niente.

Aperta, come una carezza sulle spalle.
Di lino, se sei fortunata.
La lasci scivolare sulle spalle, sopra un reggiseno in pizzo o un top qualsiasi.
Non per nasconderti, ma per sentirti intera.
È il tuo modo di dire “sto bene così”, anche se non ci credi fino in fondo.
Ma ti basta.
Perché la camicia bianca, quando la metti così, ti fa compagnia.

Non serve altro.
Né gioielli, né tacchi, né spiegazioni.
Solo lei, che sa stare con te nei giorni belli e in quelli che non sai come raccontare.

E allora sì, la camicia bianca.
Che si mette e si toglie.
Che si annoda.
Che si apre.
Che non chiede il permesso, ma ti fa sentire autorizzata.
A essere te. Anche se stropicciata. Anche se non pronta. Anche se viva.

Dai uno sguardo

E se ci fosse un altro modo di essere uomo?

Forse è finita l’epoca dell’uomo di marmo. Quello che...

Gli auguri più belli di sempre visti da vicino

Sai, ci sono auguri che non passano. Non per...

Anna Weyant o della nostalgia industriale

Ero davanti a un quadro di Anna Weyant al...

Il primo agosto non è una scusa. È uno specchio

Alla IV Municipalità di Napoli, un consigliere municipale ha...

Il problema non è la cipria

La cipria può pure andare bene e fa il...

La mia Lei è del 1926

1° agosto pioveva. Di domenica era. Maglia in lana...

e ancora

Il problema non è la cipria

La cipria può pure andare bene e fa il suo. Se hai la pelle mista, magari ti regge un’ora. Se sei fortunata, anche due. Non è...

Settembre, il calendario che fa tremare la moda

Ogni nome porta con sé un’eredità e una vertigine.È questa la frase che mi torna in mente ogni volta che apro il calendario delle...

L’ultimo inchino di Demna: Balenciaga tra addii, ombre e silenzi

A Parigi, tra i marmi tirati a lucido e il silenzio di chi sa che qualcosa sta finendo, è andata in scena l’ultima couture...