Dopo Maria Grazia Chiuri ecco lo stilista nordirlandese Jonathan Anderson,, che assume il timone di tutte le linee del marchio.
Jonathan Anderson è il nuovo direttore creativo di Dior per le collezioni femminili, maschili e haute couture. È un annuncio che sa di rivoluzione, non solo per la portata del cambiamento ma per il tempismo con cui arriva: in un momento di rallentamento per l’intero settore del lusso, LVMH scommette tutto sull’energia visionaria dello stilista nordirlandese.
Anderson, già nominato direttore della linea uomo di Dior ad aprile, è cresciuto nei ranghi del gruppo LVMH grazie al lavoro svolto in Loewe, marchio spagnolo che ha trasformato da etichetta in ombra a protagonista globale. Lo ha fatto con un’estetica precisa, spiazzante e sempre coerente. Ora eredita un compito complesso: rilanciare un marchio che ha toccato vette altissime con Chiuri, ma che oggi mostra segni di stanchezza.
Durante la gestione Chiuri, Dior ha toccato quasi 9 miliardi di euro di fatturato, diventando un faro per tutta l’industria. Ma gli ultimi mesi hanno raccontato un’altra storia: consumatori meno entusiasti, una crisi di ispirazione, vendite in calo. Serve un nuovo racconto. E forse, serve anche un po’ di coraggio.
Il coraggio che non è mai mancato ad Anderson. Il suo esordio nel 2008 con JW Anderson fu un flop: pantaloncini con le balze e vestiti in pelle per uomini, troppo avanti per quei tempi. Ma non ha mai smesso di cercare un linguaggio nuovo, e oggi è pronto a riscrivere la grammatica Dior. Dice di voler costruire un “dialogo empatico” con la maison. Una promessa semplice, ma potente.
La sua prima collezione verrà presentata a Parigi il 27 giugno. Sarà un banco di prova per capire se esiste ancora lo spazio per una visione lunga, capace di durare e lasciare il segno.
Delphine Arnault, CEO di Christian Dior Couture, ha detto di credere nella sua “visione creativa e moderna, ispirata alla storia di Monsieur Dior”. Adesso tocca ad Anderson trasformare quella fiducia in un nuovo inizio.