In Francia e nel Regno Unito, sempre più ragazze postano Reels e foto con la camicia del loro ex: oversize, leggera, carica di storie. Un gesto estetico e simbolico, un ponte tra passato e presente.
Nel frammento di uno scatto “wear your ex’s shirt”, emerge un territorio emotivo complesso: la relazione tra emozione, sostenibilità e identità di genere. Quel capo, ormai dismesso dal suo proprietario, diventa tessuto femminile che abbraccia. Un pareo improvvisato, un abito destrutturato, un abito temuto e ri-conquistato.
Dietro a questo trend, c’è una scansione del quotidiano: riappropriarsi del passato senza sussurri malinconici. Resta il gesto – semplice come infilarsi una camicia che ha vissuto altre mattine – e resta la scelta consapevole. Una scelta che parla di cicli e di lentezza, che sfugge all’usa e getta: riusare è un atto rivoluzionario.
E poi la doppia anima, femminile e maschile. Un capo maschile diventa corpo narrativo, si adatta, si piega ai contorni femminili o androgini: ed è challenge di genderplay senza frasi d’effetto, ma con forti implicazioni visive .
“They stole your heart, you stole their clothes”, la frase diventata manifesto di upcycling consapevole nella linea messicana Ex/Boyfriend , traduce in stile un sentimento universale: niente spreco, niente rimozione della storia, solo eleganza riciclata e memoria tattilmente viva.
La sostenibilità qui non è ripetitiva, ma affettiva. Il genderplay non è esibizione, ma libertà sottilmente tessuta.