Anna Wintour lascia. La sua uscita di scena dalla direzione segna la chiusura di un’epoca: quella in cui Vogue America ha plasmato la cultura popolare, ridefinito i canoni estetici e imposto l’agenda del settore. L’occhio chirurgico di Wintour, la sua frangia immobile e la capacità di influenzare carriere e narrazioni resteranno icone della cultura visiva del Novecento e oltre.
Nonostante la rinuncia al timone diretto della testata, Anna resta nel cuore dell’architettura globale di Condé Nast. Un segnale chiaro: la centralizzazione dei contenuti e la sinergia tra le testate diventeranno ancor più evidenti. Il suo nuovo ruolo è meno visibile, ma forse più potente.
Nessun nome è stato ancora ufficializzato per la guida di Vogue America. L’identità del prossimo o della prossima direttrice (o direttore) potrebbe determinare un cambio di rotta radicale, oppure una continuità addolcita. Il mercato editoriale è in fermento, e in gioco c’è molto più di una poltrona.
Resterà lo stile, resterà il rigore. Ma soprattutto resterà una domanda: chi può davvero prendere il posto di Anna Wintour? Ora che si ritira dal centro della scena, non è detto che il palco resterà lo stesso.