C’è un momento in cui Napoli si lascia attraversare dalla luce del tramonto e tutto sembra rallentare: i vicoli si svuotano piano, le persiane si abbassano, i balconi si accendono. È la “sera” di cui parlo, quella che assomiglia più a un sentimento che a un’ora del giorno. Ed è proprio in quella sospensione che nasce qualcosa di potente: l’arte.
Fino a dicembre 2025, Napoli ospita Visioni Contemporanee, un progetto voluto dal Comune che trasforma la città in un museo a cielo aperto. È un organismo vivo, un’arte diffusa che si insinua tra i quartieri, nei luoghi della vita quotidiana. Perché a Napoli, la bellezza è in strada, si fa parola, gesto, incontro.
Il primo bando pubblico è stato appena lanciato. Una chiamata aperta ad artisti visivi, performer, videoartisti, fotografi, muralisti. Il cuore del progetto sono le installazioni site-specific, pensate per dialogare con i quartieri: una fontana dimenticata che diventa opera, un muro scrostato che si trasforma in narrazione, una piazza che ospita una performance notturna.
Le opere nascono in ascolto del contesto: il Rione Sanità, i Quartieri Spagnoli, Ponticelli, Bagnoli, il centro antico. Ogni zona avrà una voce diversa, ogni artista sarà chiamato a leggerla e interpretarla.
“Visioni Contemporanee” è anche un progetto politico, nel senso più alto del termine: ricuce il tessuto urbano, risponde al bisogno di bellezza nei luoghi più marginali, invita alla partecipazione. Le installazioni saranno gratuite e accessibili, molte pensate per essere attraversate, toccate, vissute.
Napoli emancipata. Si sperimenta, si sbaglia, si sogna. L’arte non deve piacere a tutti, deve aprire domande, spostare lo sguardo, costringerci a sentire.
E allora Napoli, ancora una volta, si reinventa. Lo fa partendo dai suoi quartieri, dai suoi crepacci, dalla sua capacità unica di essere sempre contraddittoria, vibrante, commovente.
E chissà, magari una sera, mentre attraversiamo una strada che pensavamo di conoscere a memoria, troveremo un’opera che ci guarda. E ci sentiremo visti anche noi.


