Fastobal scrive al femminile: perché il maschile non è l’unica voce possibile.

The Accountant 2: il ritorno di Christian Wolff, nove anni dopo

Nove anni sono un soffio e una vita. Soprattutto per chi, come Christian Wolff, sa che il tempo non sistema niente, ma semmai affila i conti aperti.

Il mondo è cambiato, il Dipartimento del Tesoro pure. Marybeth Medina ora è sola a ricevere i rapporti segreti del Contabile. Raymond King, che tutto aveva iniziato, ha lasciato l’incarico e aperto un’agenzia privata, illudendosi forse di poter mettere distanza tra sé e quel passato. Ma le storie, come certi dolori, sanno rincorrerti. E King, in questa corsa, ci rimette la vita.

Marybeth si ritrova di nuovo ad attraversare il buio, e sa che stavolta non potrà farcela da sola. Dovrà fidarsi ancora una volta dell’uomo più imprevedibile e più puro che abbia mai conosciuto: Christian Wolff, il Contabile.

Prodotto dall’Artists Equity di Ben Affleck e Matt Damon, “The Accountant 2” è molto più di un sequel: è una nuova immersione nell’universo morale e sentimentale di Gavin O’Connor. Un cinema antico e futuro insieme, dove le squadre, le famiglie, i fratelli in conflitto, i figli senza eredità e i padri senza pace combattono la loro battaglia silenziosa contro la perdita e l’isolamento.

Nove anni nella finzione, nove nella vita vera. Eppure tutto è rimasto uguale, come un conto in sospeso: Christian continua a vivere nella sua roulotte Airstream, si muove ai margini delle leggi ufficiali, sa proteggere i più deboli ma fatica a tendere la mano a chi gli offre fiducia. Le ferite dell’infanzia, come spesso accade, non sono mai guarite.

Accanto a lui ritroviamo Braxton, fratello e nemico, interpretato ancora una volta da un vibrante Jon Bernthal, e Marybeth, che cerca di districare il filo di un’alleanza impossibile. Solo i bambini dell’Harbor Neuroscience Institute sembrano dare a Christian un senso, una direzione. Solo lì, nel loro silenzio fiducioso, riesce a riconoscersi senza paura.

“The Accountant 2” non è solo azione e adrenalina: è una ballata aspra e tenera su quanto sia difficile, eppure necessario, continuare a provarci. A stare al mondo. A fidarsi. A non scappare.

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