Ci innamoriamo in fretta e ci stanchiamo ancora più in fretta. Tre giorni di messaggi continui. Una settimana di “buongiorno amore”. Due mesi e già cerchiamo le crepe. Come se l’amore fosse una serie tv: e noi, con il telecomando in mano, sempre pronti a cambiare canale.
Ma dimmi la verità: hai mai amato davvero?
Non all’inizio, quando lei ti manda quella foto dove è bellissima anche se appena sveglia.
Dopo.
Quando scopri che mastica forte, che ripete sempre le stesse storie, che al mattino ha l’umore di un orso in letargo.
Hai mai scelto di restare proprio lì?
I nostri nonni si annoiavano insieme quarant’anni. Non perché fossero più romantici di noi, ma perché sapevano una cosa semplice: l’amore non è un fuoco d’artificio. È una stufa. Scalda anche quando fuori fa freddo, quando sei stanco, quando lei ha avuto una giornata di merda e vorreste entrambi essere altrove.
Noi invece scappiamo. Al primo silenzio imbarazzante, alla prima domenica piovosa senza niente da dire, al primo momento in cui ci accorgiamo che anche lei, come noi, ogni tanto puzza.
Abbiamo confuso l’eccitazione con l’amore.
L’eccitazione è quando ti scrive alle due di notte e rispondi subito.
L’amore è quando ti scrive alle due di notte e tu pensi: “Cristo, sta male”. E la chiami, senza nemmeno guardare l’orologio.
Se mentre leggi ti stai chiedendo “io l’ho mai fatto?”, forse la risposta la sai già.
E quando capita – perché prima o poi capita a tutti, anche ai più cinici – te ne accorgi in una scena qualsiasi. Lei che si mette il rossetto allo specchio della macchina. Un gesto da niente. Ma più bello di qualsiasi highlights che hai mai visto.
E lì ti scappa la sola dichiarazione d’amore che nel 2025 ha senso dire:
“Sei meglio di Kevin De Bruyne.”


